Intervista a Davide Dallomo sul progetto di talent scouting Lagente Green

Quale modo migliore per festeggiare venti anni d’attività come agenzia di supporto e consulenza per fashion designer se non quello di aprire le porte ai nuovi talenti, per di più for free.

È Lagente Green il nuovo progetto di Lagente, portato avanti in particolare da Davide Dallomo e Riccardo Vannetti, rispettivamente Fondatore/President ed Executive Vice President della società, ideato per far spazio e per supportare quei giovani creativi appena usciti dai migliori istituti del settore in Italia, pronti per inserirsi ed essere inseriti nel fashion system.

Un centinaio i candidati. 7 le scuole di moda in questione: IED – Istituto Europeo di Design, Polimoda, Istituto Marangoni, Accademia Costume e Moda, L.U.N.A Libera Università delle Arti, Domus Academy, I.U.A.V.

19 tra ragazzi e ragazze scelti da una giuria ad hoc per l’occasione, con la partecipazione speciale di uno dei talenti promossi da The Fashion Buzz di Pitti Uomo a completare la rosa dei 20 selezionati.

Impegno e passione come indiscutibili protagonisti.

Se supportare la creatività è il punto focale dell’intera iniziativa, a spiegarcelo è proprio Davide Dallomo.

Lagente Green secondo chi ha contribuito a crearlo. Come lo riassumerebbe in poche parole?

Il progetto nasce da un’idea di Riccardo Vannetti, nostro Executive Vice President, e rappresenta un grosso impegno che la nostra struttura ha deciso molto volentieri di affrontare. La convinzione profonda è che la formazione intesa come scolastica o didattica in realtà non si debba concludere mai. Da qui la scelta di occuparci dei giovani…

“Abbiamo scelto di scommettere sul futuro ma investendo sul presente” ha dichiarato. Quanto si ritrova in queste parole?

Ricordo spesso ad Amministratori Delegati e proprietari di aziende e Gruppi che il denaro produce denaro, le idee producono denaro ma mai, in nessun caso, il denaro produce idee.

Lagente Green lights talent è lo slogan del vostro progetto. Da cosa nasce la voglia di sottolineare e rimarcare ancora una volta l’importanza del talento anche e soprattutto nei designer emergenti?

Dieci anni fa il rapporto tra i designer usciti dalle scuole di moda e la richiesta delle aziende era di 1 a 10. Oggi le proporzioni sono completamente ribaltate: il talento è essenziale e rappresenta nella maggior parte dei casi il punto focale per la carriera dei giovani fashion designer. Tuttavia sono sempre convinto che il talento da solo non basti, c’è sempre bisogno di sacrifici, dedizione e passione.

I candidati sono stati molteplici, e con loro anche le scuole da cui questi ultimi provengono. Quali i criteri per capire chi, tra tanti, fosse in possesso di quel qualcosa in più per spiccare ed emergere?

Le scuole stesse hanno provveduto a segnalarci i loro migliori profili, attuando quindi una prima selezione. In seguito abbiamo coinvolto degli esperti per valutare i CV dei ragazzi e, come ultimo step, i selezionati si sono tutti confrontati con un briefing di progetto proposto da noi. Progetto che, una volta realizzato, è stato anch’esso valutato da grandi esperti del settore moda. La capacità di interpretazione del briefing è stata dunque un elemento fondamentale per la selezione finale.

Crede che l’aver selezionato giovani provenienti da istituti diversi sia stato fonte di differenze sostanziali tra i concorrenti?

Avendo deciso, per questa prima edizione del progetto, di selezionare i talenti solo da scuole italiane si può considerare la loro formazione abbastanza omogenea. Tuttavia, nella modalità di presentazione e nei concetti i vari designer hanno rispecchiato molto l’impronta data dai singoli Istituti.

Nel futuro di Lagente vede la possibilità di dar vita ad altre iniziative come questa?

Certamente sì, abbiamo già in programma in futuro di esportare il progetto a livello europeo, selezionando gli studenti dalle migliori scuole del continente. Ci piacerebbe arrivare un domani a portare Lagente Green a livello mondiale.

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